M'Illumina D'Immenso - Artfarm 2011 - Edizione 10
Artfarm Pilastro 2022 - Rabbia - 21° Edizione

Edizione 21

24 giugno, 2022

M'Illumina D'Immenso - Artfarm 2011 - Edizione 10

Artisti

Beni Altmüller
Manuela Bedeschi
Elia Bordoni
Paolo Brentegani
Matia Chincarini
Collettivo Plurale
Sofia Correale
Roberta Cotterli
Titanilla Eisenhart
Benedetta Fasson
Chiara Fogliatti
Ginevra Gadioli
Ursula Heindl
Angela Laci
Noy Jessica Laufer
Roberto Leone e Erika Gaburro
Lorenzo Linthout Capirossi
Lucia Amalia Maggio
Iolanda Martini
Paolo Perbellini
Umberto Polazzo
Giulia Scapini
Lawren Spera e Steve Ingham
Han Tao
Tarkampa
Alex Yair von Pentz
Pengyuan Zhao
Claudio Zorzi

Special Guest

Intervento sull’arte e nuove tecnologie (NFT)
Conduce Stefano Raimondi, Direttore Artistico di ArtVerona

Gin Bar di Gian&friends

Artfarm Pilastro 2022 - Rabbia - 21° Edizione

Edizione 21

24 giugno, 2022

Le opere d’arte rivelano storie, molteplici storie. Racchiudono le emozioni, le esperienze, le ambizioni di chi le produce. L’arte ci insegna ad interpretare la realtà attraverso ciò che proviamo, per poi analizzarla e scomporla servendoci di elementi razionali.

E, proprio come le opere d’arte, noi esseri umani non siamo altro che una sovrapposizione di strati, posti tra loro in labile equilibrio. E cosa succede se per errore uno strato viene meno o si danneggia? Ci rompiamo. L’instabilità è ciò che rende l’umanità incredibilmente varia e imprevedibile. Lo stesso avviene quando la parte razionale lascia il posto a quella più emotiva. Tra tutte, la rabbia è una di quelle emozioni che, se alimentata, può determinare eventi tanto catastrofici, quanto costruttivi. «La collera è come una valanga, che si rompe su ciò che rompe.» diceva Seneca nel suo De Ira.

Un fuoco che arde, un fulmine che si scaglia, un sentimento da elaborare. Infinite sono le forme sotto cui la rabbia si manifesta.

Sentimento primordiale, da sempre trattata in letteratura, analizzata in psicologia, punita dall’ideologia cristiana. Interpretata con accezioni negative, ma anche elogiata, studiata, capita. Dalla rabbia può derivare l’odio, che si traduce in vendetta, isterismo, distruzione e sofferenza. Tuttavia rabbia significa anche passione, ispirazione, rivoluzione. I più grandi cambiamenti della storia non sarebbero avvenuti se nessuno si fosse arrabbiato.

Pertanto, lanciamo qui un’ode alla rabbia; alla rabbia creativa e propositiva, alla rabbia performativa; serviamoci dell’arte per veicolare i nostri messaggi di protesta, sia personale che collettiva.

—Silvia Carapellese

Oggi più che mai la rabbia si presenta come una condizione collettiva scaturita dalle circostanze attuali, caratterizzate da eventi globalmente impattanti. In un contesto in cui un diffuso senso di minaccia e di solitudine accresce l’insicurezza individuale, la condivisione della rabbia pare essere la risposta alla dimensione isolata della paura.

Nell’immaginario comune, la rabbia è assimilabile a quell’ardore di omerica memoria (μῆνις, mênis, «ira») che come una fiamma brucia ogni razionale inibizione e si propaga nel petto degli uomini con aggressività ancipite, consumandone l’animo e – alla maniera di una visione infernale dantesca – condannandoli a un’eterna prospettiva di mancato appagamento.

Ma proprio come il fuoco, che nei suoi molteplici significati rivela la duplice accezione di elemento distruttore, da una parte, e rigeneratore, dall’altra, anche la rabbia può assurgere a passione liberatrice, innescando meccanismi rivoluzionari singolarmente e complessivamente validi. È la rabbia generazionale verso i costrutti di una società stanca, incompatibili con le sue nuove esigenze; è la rabbia verso i superati tabù che rappresentano un ostacolo alla realizzazione personale in tutte le sue declinazioni; è la rabbia verso il sistema capitalistico e consumistico, indifferente di fronte alle emergenze planetarie; è la rabbia contro la violenza gratuita legittimata da fini politici e imposizioni religiose.

Si rende perciò necessario mantenere viva la fiamma che alimenta la nostra determinazione per non smarrirsi nell’oblio dell’apatia e dell’indifferenza.

—Lisangela Perigozzo

Artisti

Beni Altmüller
Manuela Bedeschi
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Collettivo Plurale
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Ginevra Gadioli
Ursula Heindl
Angela Laci
Noy Jessica Laufer
Roberto Leone e Erika Gaburro
Lorenzo Linthout Capirossi
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Lawren Spera e Steve Ingham
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